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Τετάρτη 1 Μαρτίου 2023

DISCORSO CATECHETICO PER L’INIZIO DELLA SANTA E GRANDE QUARESIMA (2023)

+ B A R T O L O M E O

PER MISERICORDIA DI DIO

ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI – NUOVA ROMA

E PATRIARCA ECUMENICO

A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA

GRAZIA E PACE

DAL SIGNORE E SALVATORE NOSTRO GESU’ CRISTO

E DA PARTE NOSTRA PREGHIERA, BENEDIZIONE E PERDONO

Onorbilissimi Fratelli Vescovi e Figli benedetti nel Signore,

Per benevolenza e grazia di Dio molto pietoso e donatore di tutto, trascorrendo ormai il benedetto periodo di contrizione del Triodion, entriamo domani nella Santa e Grande Quaresima, nello stadio del digiuno distruttore delle passioni e della “augusta continenza”, durante il quale si rivela la profondità della ricchezza della nostra Tradizione Ortodossa e la vigile preoccupazione della Chiesa per la prosperità spirituale dei propri figli. Come rammenta il Santo e Grande Concilio di Creta (Giugno 2016) “la Chiesa Ortodossa, seguendo fedelmente i precetti apostolici, i canoni sinodali e la intera tradizione patristica, ha sempre proclamato il sommo valore del digiuno per la vita spirituale dell’uomo e la sua salvezza”. (La importanza del digiuno e la sua osservanza oggi, cap. 1).

Ogni cosa nella vita della Chiesa ha un fondamento teologico inconcusso e una relazione soteriologica. I Cristiani Ortodossi esercitano la “comune lotta” della ascesi e del digiuno “rendendo grazie in ogni cosa” (Tess. 5,18). La Chiesa chiama i propri figli a gareggiare nella corsa degli esercizi ascetici, come cammino verso la Santa Pasqua. Essa costituisce una esperienza centrale della vita in Cristo, poiché l’ascetismo puro non è mai tetro, dal momento che è imbevuto della attesa della letizia pasquale. La nostra innologia si rifà alla “primavera del digiuno”.

In questo senso, lontano dai tranelli del dualismo neoplatonizzante e della alienante

“distruzione corporale”, è inconcepibile che il puro ascetismo miri alla estenuazione del “corpo cattivo” grazie allo spirito e alla liberalizzazione dell’anima dai propri legami angoscianti. Come viene messo in evidenza, “l’ascetismo, nella sua autentica manifestazione, non si volge contro il corpo, ma contro le passioni, la cui radice è “spirituale”, dal momento che “punto di origine della malattia” è la mente. Ovviamente il corpo non è il grande rivale dell’asceta”.  

Il progresso ascetico aspira al superamento dell’egocentrismo, grazie all’amore “che non ricerca le cose proprie”, senza il quale l’uomo rimane ingabbiato nel proprio io, nell’”io ingordo” e nelle proprie brame insaziabili. L’uomo egocentrico è limitato, perde la propria creatività, secondo lo splendido adagio “ciò che diamo si moltiplica, ciò che teniamo per noi stessi, è perduto”. Per questa ragione, la sapienza dei Padri e la esperienza della Chiesa collegano il periodo del digiuno con “l’abbondanza della misericordia”, con opere di beneficenza e di filantropia, le quali sono un segno di superamento della filautia e della pienezza esistenziale.

La completezza è in ogni tempo la caratteristica della vita nella Chiesa. Vita liturgica, ascesi e spiritualità, cura pastorale e buona testimonianza nel mondo sono una manifestazione della verità della nostra fede, elementi collegati e integrati della nostra identità cristiana, con comune punto di riferimento e obiettivo il Regno delle Cose Ultime e il compimento in esso e la pienezza della Divina Economia. Mentre la vita ecclesiastica, in tutti i suoi aspetti, riflette e rappresenta il Regno che viene del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, è il mistero della Divina Eucarestia, quello che, come sottolinea con enfasi il beato Metropolita di Pergamo Giovanni, da poco addormentato nel Signore, “manifesta la Chiesa nella sua pienezza” (Βασειλίας Θεοῡ ἐκτύπωμα/Riflesso del Regno di Dio – Megara 2013, p. 59). La “comunione pura”, il farsi chiesa della nostra esistenza, quale partecipazione alla Divina Eucarestia, sono “il fine” del digiuno, “la corona” e “il premio” delle lotte ascetiche. (cfr. Giovanni Crisostomo, Omelie a Isaia, 6: Sui Serafini, PG 56, 139).

Oggi, in un’epoca di desacralizzazione della vita, dove l’uomo “attribuisce un grande significato a cose completamente insignificanti”, la nostra missione cristiana è la reale proclamazione della profondità esistenziale del “trittico della spiritualità” ortodosso, quali unità indissolubile di vita liturgica, ethos ascetico e solidarietà, della quintessenza della rivoluzione del valore nel campo dell’ethos e della cultura, che si forma grazie alla fede in Cristo e alla libertà dei figli di Dio, quale dono di Dio. Consideriamo particolarmente significativo vivere la Santa e Grande Quaresima, quale rivelazione e vissuto del vero senso della libertà “con la quale Cristo ci ha liberati” (Gal.5,1).

Con questi pensieri e con sentimenti d’amore e onore, auguriamo a voi Onorabilissimi Fratelli in Cristo e a tutti i figli spirituali attraverso il mondo della Madre Chiesa, agile lo stadio del digiuno, invocando su tutti voi la grazia e la misericordia di Colui che sempre si rallegra per le fatiche ascetiche del Suo popolo, Cristo Dio, del Quale sia sempre benedetta e glorificata la potenza del Regno, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

Santa e Grande Quaresima, 2023

† Il Patriarca di Costantinopoli

fervente intercessore presso Dio per voi tutti

 

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